Le case in legno resistono bene al vento?

Sarà capitato a tutti di pensare come mai gli Americani, con tutta la loro tecnologia, non fanno case in muratura per contrastare gli uragani? Immagino che gli Americani in questo momento si domandino perché noi Italiani non costruiamo edifici antisismici, ma questa è un altra storia.

È bene chiarire che in Europa e in italia non ci sono uragani,  ma soltanto venti forti e che l’intensità di vento che genera un uragano farebbe danni più o meno uguali  anche con le case in muratura (come si vede nella foto sopra a destra), in più non si alzerebbero in aria assi di legno, ma calcinacci,  il che renderebbe tutto molto più pericoloso.  È per questo che in America, un pò per cultura, un pò per sicurezza, costruiscono case in legno.

In Italia e in Europa il discorso cambia: quando viene progettato un edificio  l’Ingegnere calcola i carichi che agiscono sulla struttura: quelli Verticali (peso proprio, neve, sovraccarichi accidentali) e quelli Orizzontali (Vento e Terremoti). Il Vento è un carico orizzontale molto importante, che non viene lasciato al caso in fase di progettazione; l’ingegnere, per assicurare che l’edificio non subisca danni in caso di venti forti o eventi sporadici, attinge da un database statale che definisce lo standard di costruzione in base alla località, all’altitudine, alla vicinanza dal mare e altri parametri. Pertanto, se vi affidate a ditte che svolgono il proprio lavoro come si deve, non dovete temere nulla, in Italia non essendoci gli Uragani gli  edifici in legno sono in grado di resistere al vento anche meglio degli edifici in muratura!!

Le case in legno sono antisismiche?

Tutti conoscono la proverbiale antisismicità delle case in legno, forse non tutti sanno il perché. Non farò nessun trattato di Ingegneria (ché non ho né i titoli per farlo, né la presunzione di insegnare niente a nessuno), ma per capirci vi dico qualche semplice regola comprensibile anche dai non addetti: le forze che agiscono su di una costruzione in caso di sisma sono proporzionali alla massa della costruzione stessa. Semplice!.. Meno massa, meno danni. Il legno pesa 1/4 del calcestruzzo, pertanto l’impatto delle forze che agiscono su di un edificio in legno sono abbondantemente ridotte. In oltre il legno è meccanicamente elastico: come materiale sopporta bene le piccole deformazioni. Per di più  le moderne piastre metalliche ancorate con viti e chiodi, contribuiscono in maniera sostanziale a dissipare l’energia del sisma. E’ bene sapere che l‘Italia è uno dei paesi più sismici d’Europa. Non è però sufficiente costruire in legno per avere un edificio antisismico sicuro, se l’edificio non viene ben dimensionato in fase di progetto, e correttamente montato in fase di cantiere, la proverbiale antisismicità va a farsi friggere. Sarò ripetitivo, ma è importante eseguire una buona progettazione e un corretto montaggio; oggi il mercato del legno è in forte espansione, ma non tutti hanno la qualificazione per eseguire i lavori a perfetta regola d’arte. L’esempio più rappresentativo di buona progettazione e buon montaggio è sempre lei,  la Sakyamuni Pagoda, in Cina, costruita in zona sismica nel 1054 d.C. e a  tutt’oggi in piedi.

 

Le case in legno sono valide per i climi caldi?

Prima regola: ciò che ti ripara dal freddo non è detto che ti ripari dal caldo, viceversa si. Prendiamo una casa in legno Altoatesina in classe A, con  20 cm di cappotto in EPS (Polistirolo espanso).  Poi costruiamo la medesima casa  in Toscana, ad esempio a Prato, in pianura a 30 slm:  in estate sarà caldissimo pur avendo un cappotto di ben 20cm, mentre in inverno vi scorderete di accendere il riscaldamento. A questo punto Vi sarete chiesti: Quindi le case in legno non sono valide per i climi caldi? Andiamo avanti, vi spiego. In Toscana, si sa, le case più fresche sono le vecchie case coloniche, al piano terra non è raro trovare pareti spesse 50-60 cm, questo perché inconsciamente sapevano che per fare fresco d’estate occorre avere massa termica e un materiale a bassa trasmittanza,  per capirci: il cappotto di 20 cm in polistirolo et similari (XPS, EPS, e varianti) alle estati calde dei climi continentali delle zone pianeggianti italiane fanno poco o niente. In Trentino invece hanno più necessità di abbattere il freddo invernale e quindi con 20 cm di EPS (Polistirolo espanso, ossia petrolio) risolvono il problema della coibentazione invernale . Nelle zone di caldo torrido, ma anche al mare, le case in legno vanno più che bene purché siano concepite in maniera tale:  occorre utilizzare un materiale per la coibentazione che abbia massa, come ad esempio la fibra di legno, la calce canapa, la terra cruda, la paglia etc. Quando il Termo-tecnico (non tutti) progettano una stratigrafia di una parete, si pone davanti la sfida di ritardare l’arrivo del calore all’interno dell’edificio. La sfida si affronta informando il cliente delle possibilità che oggi esistono sul mercato, se si vuole risolvere il problema sarà necessario scegliere i materiali suddetti, tenendo conto della zona climatica. L’obiettivo è che si possa ottenere uno sfasamento di almeno 12 ore: questo permette alla parete di trattenere il caldo diurno fino alla sera, affinché arieggiando il locale si possa dissipare il caldo delle ore diurne. Se questo calcolo viene effettuato correttamente si ottiene comfort abitativo, si può fare a meno di condizionatori, quindi si possono risparmiare anche dei soldi. Lo stesso discorso vale per le ristrutturazioni di edifici esistenti ed in particolar modo per i tetti.